Si possono consigliare le tariffe "verdi" a chi non ha la possibilità di installare i pannelli?
Sull'ultimo numero di Altreconomia, che potete acquistare qui, c'è un'inchiesta di Pietro Raitano molto precisa che chiarisce molti lati oscuri.
Ecco solo alcuni aspetti, che mi hanno colpito, ma vi invito a leggerla tutta.
- Le persone non hanno optato in massa per i nuovi fornitori di energia e questo mi ha ricordato la scelta della maggioranza degli italiani di non destinare il loro TFR a fondi pensione, ma di lasciarlo in azienda. Scelta poi rivelatasi azzeccata. Sarà un caso?
- Tutti gli operatori dovrebbero avere sul loro sito o comunque consegnare ai potenziali clienti, una scheda denominata "riepilogo dei corrispettivi per clienti finali domestici". Individuando la nostra fascia di consumo si può capire se c'è convenienza o meno rispetto alle condizione del regime di maggior tutela (che è quello di "default " per intenderci): se nelle ultime due colonne appare un segno meno è segno che conviene cambiare. Viceversa è meglio restare dove si è.
- Alcune compagnie vendono energia "verde", cioè garantiscono che l'energia consumata sia stata prodotta da fonti rinnovabili. Nella pratica è impossibile risalire all'impianto di produzione di energia elettrica e il meccanismo si basa su un regime di certificazione volontaria: vengono emessi tanti certificati in funzione dell'energia prodotta da fonti rinnovabile dall'operatore appartenente al sistema. Insomma, chi acquista questo tipo di energia non ottiene un aumento di produzione di rinnovabili ma solo un riconoscimento di un'attenzione ambientale, un segnale di sensibilità ("putost che nagot l'è mej putost" diceva la mia nonna).
Il consiglio di Altreconomia, al quale mi associo, è quello di puntare, in questo momento, sull'efficienza energetica e sul risparmio, stando ben attenti a non cadere nelle maglie di una pubblicità martellante.
Sull'ultimo numero di Altreconomia, che potete acquistare qui, c'è un'inchiesta di Pietro Raitano molto precisa che chiarisce molti lati oscuri.
Ecco solo alcuni aspetti, che mi hanno colpito, ma vi invito a leggerla tutta.
- Le persone non hanno optato in massa per i nuovi fornitori di energia e questo mi ha ricordato la scelta della maggioranza degli italiani di non destinare il loro TFR a fondi pensione, ma di lasciarlo in azienda. Scelta poi rivelatasi azzeccata. Sarà un caso?
- Tutti gli operatori dovrebbero avere sul loro sito o comunque consegnare ai potenziali clienti, una scheda denominata "riepilogo dei corrispettivi per clienti finali domestici". Individuando la nostra fascia di consumo si può capire se c'è convenienza o meno rispetto alle condizione del regime di maggior tutela (che è quello di "default " per intenderci): se nelle ultime due colonne appare un segno meno è segno che conviene cambiare. Viceversa è meglio restare dove si è.
- Alcune compagnie vendono energia "verde", cioè garantiscono che l'energia consumata sia stata prodotta da fonti rinnovabili. Nella pratica è impossibile risalire all'impianto di produzione di energia elettrica e il meccanismo si basa su un regime di certificazione volontaria: vengono emessi tanti certificati in funzione dell'energia prodotta da fonti rinnovabile dall'operatore appartenente al sistema. Insomma, chi acquista questo tipo di energia non ottiene un aumento di produzione di rinnovabili ma solo un riconoscimento di un'attenzione ambientale, un segnale di sensibilità ("putost che nagot l'è mej putost" diceva la mia nonna).
Il consiglio di Altreconomia, al quale mi associo, è quello di puntare, in questo momento, sull'efficienza energetica e sul risparmio, stando ben attenti a non cadere nelle maglie di una pubblicità martellante.
6 commenti:
PRIMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAHHAHHAHA
(ciaao, torno a ciacolare con la Lo, poi lo leggo con calma! Volevo solo battere il record!)
pisquanaaaaaaaaaaaaaaaaaaa sei una pisquanaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Allora, avete preso questo Blog per un pollaio????????
cooooccodeeeeeeeeeeeeee
chicchirichiiiiiiiiiiii
pio pio pio pio pio pio
bau bau mu mu?
Vabbé, allora mandiamo in vacca definitivamente i commenti, aggiungendo un bel
ROOOOOOOOOAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRRRRRRR
che una tigre in un pollaio, si sa, ha il suo perché.
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